Caso di azionamento n. 142 |
- Autore: Rossi Davide
- Data: 22-11-2020
- Luogo: Lodi
- Dispositivo: Paralife
- Velivolo: Delta motore
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Le parole dell'autore |
Tumbling con Deltamotore
REPORT incidente di volo
Data: 22 novembre 2020 Luogo: Lombardia - zona rossa : campo volo Apparecchio: Deltaplano a motore, Carrello Polaris Skin carenato, Rotax 582 testa blu, elica bipala in legno GT, vela Grif KPL13 14mq senza torre un anno di vita con circa 140 ore di volo, paracadute Comelli paralife revisionato da circa 2 mesi, con 270 ore. Pilota: 45 anni, 106 Kg, esperienza media con tre diverse ali (circa 350 ore di volo) di cui 80 con l'ultima vela. Condimeteo: calma di vento, visibilità oltre 10 km, temperatura al suolo 8°C Esito finale: apparecchio totalmente distrutto e disperso nel fiume, pilota con leggero taglio al mento.
DESCRIZIONE: Il pilota, residente nello stesso Comune del campo volo, dopo i soliti controlli prevolo, decolla verso le 11:20 dalla sua pista con circa 28 litri sulla capacità di 60 L del serbatorio, con casco integrale e giubbotto per un breve volo in zona: obiettivo del volo verificare alcuni piccoli interventi (sostituzione del regolatore di tensione e smontaggio e rimontaggio dell'elica). Prosegue in salita fino a circa 1000 ft e considerata la bassa temperatura, non avendo la solita tuta termica, decide per il rientro in pista. Passa dalla salita in discesa togliendo motore (al minimo) e tirando decisamente la barra. In brevissimo tempo il delta ha effettuato una rapida picchiata tanto da provocare un Tumbling (ribaltamento in avanti) senza dare il tempo al pilota di intervenire. Anche in base di testimonianze a terra da persone non Piloti, vengono eseguite tre complete rotazioni senza cedimenti della vela, ma con la piegatura della barra di comando, durante le quali il pilota cerca e trova la leva del paracadute, montata al suo lato destro. Pare che la discesa in Tumblig non sia avvenuta ad alta velocità verticale, in quanto il pilota non abbia sentito una forte decelerazione ed il contraccolpo dell'apertura del paracadute che si è correttamente dispiegato lacerando ovviamente l'ala e proseguendo nella discesa intorno ai 7 metri al secondo con un movimento rotatorio (imbardata) del carrello e del pilota. Valutato che sarebbe finito nel fiume Po, il pilota poco prima dell'impatto ha sganciato le cinture a quattro punti, mantenedo gli spallacci ed aperto il giubbotto. L'impatto con l'acqua è stato meno violento di quanto il pilota si aspettasse, quindi si è rapidamente allontanato dal mezzo e quindi si è tolto non senza difficoltà il giubbotto, i guanti ed il casco. Quindi ha raggiunto la riva a nuoto a 30 metri da un imbarcadero, dove constatava un leggero segno sul mento senza sapere come se lo è procurato. Soccorso quindi da un barcaiolo presente, verificato il buono stato di salute e quindi relazionato ai Carabinieri l'accaduto.
Nel pomeriggio dello stesso giorno si è tentato il recupero del mezzo che non si è ritrovato, le uniche parti recuperate il giorno dell'incidente: una stecca corta, il naso della vela e la calotta che racchiude il paracadute. Comunicato l'evento a Comelli per il buon intervento del suo Paralife ed informata la ditta costruttrice dell'ala. In precedenza il Pilota aveva consultato altri esperti del settore perchè aveva verificato anomali comportamenti della vela in quanto tendeva a picchiare (portando la barra verso il pilota) ad alta velocità in volo orizzontale. Si rende pubblico questo comunicato soprattutto per i possessori di questa ala senza torre e senza cavi anti drappo per i necessari riscontri supportati dall'inchiesta che certamente il costruttore sta già affrontando.
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